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Stile - Paragrafo 7 - Willem Brouwer

7. Lo Stile come espressione dello spirito di un'epoca.

Nel 1936 lo studio BBPR allestisce alla VI Triennale di Milano la "Sala Coerenza" e l'editoriale Domus pubblica in questa occasione il volume intitolato "STILE".
Le seguenti parole, scritte su una grande parete bianca, introducono alla mostra della Sala Coerenza: 

"queste favole dimostrano attraverso la storia, la coerenza fra l'ambiente spirituale e la corrispondente produzione dell'UOMO. Le statue esaltano nella loro identità, l'UOMO quale termine fisso nella relazione fra il mondo dello spirito e quello delle opere".

Dalla pubblicazione che accompagnava la mostra sono stati tratti i seguenti passi:

" (. . .) Bisogna assolutamente collegare il fenomeno dell'arte alla sostanza della cultura, alla civiltà di cui ogni epoca ha saputo imposessarsi e dare all'arte la responsabilità che le spetta, non solo come interprete, ma, ancor più, come formatrice delle posizioni morali della civiltà. Considerati da questo punto di vista, gli stili debbono sottostare a due giudizi: l'uno che li consacri nel púro campo dell'estetica (caro agli idealisti), come perfetti in sé stessi (cioè, anzi, perfetti in esso), l'altro che li consideri per rispetto alla realtà morale e alla fede che in essa sostiene e guida l'umanità. Così facendo non si nega naturalmente il valore reale degli stili e delle opere d'arte del passato, che sono coerenti alla coscienza morale delle epoche nelle quali nacquero, si vuole solo far intendere che, come nel campo fisico essi non servono più ai nostri bisogni pratici, così, nel campo spirituale essi non rispondono più all'imperativo della nostra coscienza. (.. .)

(. . .) Bisogna che il pubblico si abitui a dei ragionamenti analogici tra l'estetica e la morale, affmchè, comprendendo il profondo legame che gli atti morali hanno con le manifestazioni estetiche, possa liberare lo spirito dalla schiavitù di certe forme per tendere liberamente a quelle nuove forme, che, con maggiore sincerità, rappresentano le attuali aspirazioni degli uomini. (...) "

Percorrendo le diverse epoche con le opere emblematiche della loro cultura e della relativa espressione artistica, dagli Egei, gli Elleni, gli Etruschi ecc, ai Neoclassici, i Romantici e gli Impressionisti, gli autori approdano alle considerazioni sulle nuove condizioni inerenti alla vita Moderna, in cui l'arte assumerà nuovi compiti e responsabilità.
Una elegantissima esposizione sequenziale salda la koinè di un linguaggio internazionale ormai assimilato, agli ideali originari del movimento fascista che avevano trovato una formulazione concreta nel corporativismo. Gli autori illustrano la loro idea di stile mediante l'accostamento di una frase a tre immagini: la fotografia della folla, la fotografia del bosco e quella di un'opera architettonica. Queste immagini, da una ripresa a distanza, si ripropongono a distanza sempre più ravvicinata fino alla messa in evidenza del particolare, mentre la opera architettonica diminuisce di scala. In questo modo vengono proposti i nuovi compiti funzionali e monumentali dell'architettura sottolineando nel contempo il particolare rapporto tra vita individuale e vita collettiva.
La prima opera presentata è il centro della nuova città di Sabaudia fondata nell'agro Pontino bonificato. La veduta aerea è accompagnata dalla frase: "La soluzione urbanistica rispecchia tutti i problemi spirituali e fisici che ciascun individuo, mentre potenzia le proprie forze, affronta costituendosi nel complesso corporativo".
La seconda opera è la Casa del Fascio di Como del Terragni (1936) accompagnata dal testo: "Specifici rapporti dell'organizzazione civile determinano organismi architettonici caratteristici nell'ambito della città;"
Il terzo esempio è una fotografia dell'interno della villa progettata da Luigi Figini, nel 1935, al Villaggio dei Giornalisti in Milano, commentata dalla frase: "La casa è il principale obiettivo dell'arte perchè la famiglia è il sacro nucleo della collettività." La sequenza si conclude con la sedia Thonet di Walter Gropius e la frase: "Il mobile è l'elemento della casa: esso, nelle proprie funzioni rispetto all'ambiente, corrisponde all'individuo nelle sue mansioni rispetto alla famiglia."
La pubblicazione STILE è un curatissimo documento di rara qualità artistica che esemplifica come, in un momento di forte sentimento politico-sociale (anche se parziale e temporaneo in questo caso), si ripropone la questione dello stile. Lo stile serve a rappresentare e promuovere il consenso ideologico ed eventualmente diventerà la testimonianza dello spirito dell'epoca.


1. Il pluriuso della parola stile - Willem Brouwer

2. Una definizione: La voce Stile nel Dizionario di Quatremère de Quincy - Willem Brouwer

3. La ricerca di un nuovo ruolo dello stile - Willem Brouwer

4. Una declinazione formale dello stile.- Willem Brouwer

5. Una declinazione ideologica dello stile - Willem Brouwer

6. La proclamazione di uno stile: The International Style - Willem Brouwer

7. Lo Stile come espressione dello spirito di un'epoca. - Willem Brouwer

8. Lo stile inteso come caratteristica distintiva e di riconoscibilità dell'opera individuale.

 

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Willem Brouwer

Foto di Willem Brouwer Architetto willembrouwer2015@gmail.com Willem Brouwer Home Page: